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Un ad-dio affettuoso e riconoscente Infine abbiamo vissuto a Kitane-
wa, un villaggio-fantasma,
Il saluto funebre è avvenuto nel duomo di Belluno, perché da molti anni ormai Bepi distrutto qualche anno fa dalle
Tormen abitava là con la sua famiglia. Ma le sue radici erano ben piantate nella nostra piogge e oggi rianimato grazie
terra castionese dove è nato ed è cresciuto. Mi sento in dovere di ricordarlo e di esprimer- all'attività di Padre Salvatore
gli la mia gratitudine per ciò che ha rappresentato per me personalmente e per la comuni- che qui, nel mezzo della
tà, soprattutto nel periodo in cui ero qui come cappellano. Il dono più grande che ho condi- savana, ha fondato una scuola
viso con lui è stata l’amicizia; e poi: la passione per la musica, il canto, la fede… Nei sei per donare la speranza di un
anni vissuti qui, da prete giovane, Bepi è stato una presenza e un aiuto costanti e affidabi- futuro ai ragazzi del villaggio e
li. Aveva un carattere piuttosto riservato, per chi non lo conosceva in profondità, ma era un lodge per sostenere l'econo-
molto generoso e sensibile .. e dotato di una spiccata intelligenza, che però non faceva mia locale.
mai pesare e che ha avuto modo di condividere, anche recentemente, con i nostri ragazzi Da ciò che abbiamo appena
a Bieter, la scorsa estate, parlando di scienza e di fede. Una fede che lo ha accompagnato descritto è alquanto evidente
e sostenuto anche nella sua lunga lotta “a viso aperto” contro il male che l’ha aggredito. che in fondo non abbiamo 'fatto'
Adesso quel Dio, in cui ha creduto, ha la possibilità di vederlo “faccia a faccia” e gli auguro molto, bensì abbiamo 'vissuto'.
sia davvero un incontro di beatitudine e di vita. Abbiamo riso, abbracciato,
ballato, visto casette di paglia e
Qui abbiamo conosciuto anche gente del paese e abbiamo fango distrutte e ricostruite, visto
alcuni Masai, grazie ai quali aiutato le suore a cucinare, uomini senza casa ridere e
abbiamo appreso l'importanza lavare e lavorare presso il ballare, visto maiali che razzola-
del silenzio e dell'ascolto. dispensario da loro gestito. In no promiscuamente con gatti,
In seguito ci siamo spostati nella questa zona della Tanzania, cani, bambini .. tutti negli stessi
città di Kibakwe, sulle monta- infatti, non essendoci molti rifiuti, visto i volti e gli occhi
gne, ospiti di alcune suore di ospedali, in diversi villaggi lucenti di uomini da sempre vitti-
una Missione Veronese. Le gior- guidati da missionari cattolici si ma dell' ingiustizia.
nate in questo villaggio erano trovano dei dispensari in cui Infatti, il dono più grande che
ricchissime di cose da fare: vengono fornite le principali questo viaggio ci ha regalato è
abbiamo camminato sulle mon- cure e analisi di cui la gente ha appunto la consapevolezza che
tagne, ci siamo relazionati alla bisogno. la vita non deve fondarsi sul
'fare', ma sullo 'stare'. Lo 'stare'
Giovani capaci di “volare alto” è una condizione fondamentale
che le nostre relazioni dovreb-
Lisa e Nicolò circondati dai bambini africani: una realtà onnipresente nel panorama africano. bero riscoprire e fortificare. Esso
è condizione necessaria per la
convivialità, per una vita a cui
noi oggi non siamo più abituati.
Al giorno d'oggi nulla è più indis-
solubile, tutto è fugace: appena
qualcosa non ci piace, appena
una relazione inizia a inclinarsi,
fuggiamo. Ciò dipende dal signi-
ficato che diamo alla parola
'condivisione'. Mentre in Tanza-
nia condividere significa 'vivere
con' in un piano di totale eguali-
tà, di totale fratellanza, qui,
invece, significa 'donare all'altro
perché l'altro non ha', significa
solidarietà. Abbiamo edificato
una montagna in nome della
solidarietà, non rendendoci
conto che essa poggia sulla
falda sismica del complesso di
superiorità. In Tanzania abbia-
mo quindi imparato a liberarci
dello schema di arroganza che
caratterizza la nostra società e a
essere umili, riscoprendo l'uma-
nità che accomuna tutti i popoli.
Nicolò e Lisa