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l'eco Del CASTIONESE

scene di vita, anche locali, che      La chiesa... in tempo di pandemia...
mi hanno profondamente colpito
in questo tempo di pandemia.          Due immagini, scattate dal balcone dell’organo, che testimoniano, all’interno della nostra
E desidero iniziare con papa          chiesa parrocchiale, il rispetto delle regole richieste del distanziamento, ma –soprattutto- la
Francesco e, più precisamente,        ripresa dei nostri incontri di preghiera che costituiscono “la linfa” della vita della comunità.
richiamando la sera della sua
preghiera di intercessione in         siamo soli se crediamo in Dio e      sacerdoti, forze dell’ordine..)
piazza san Pietro per l’umanità       nella sua salvezza.                  che si sono prodigati instanca-
intera, venerdì 27 marzo.             Ho visto un uomo che, con tutti      bilmente, rischiando la propria
Vedendolo solo, sotto la piog-        gli altri uomini del mondo, si       salute e la propria vita, e –pur-
gia, in mezzo alla grande piazza      salverà, perché ha creduto e         troppo- in tanti anche perdendo-
vuota, mi ha richiamato alla          crederà per sempre.                  la!, per cercare di portare con-
mente la figura di Mosè quando,       In questi mesi in cui la pande-      forto, aiuto, sostegno e guarigio-
dopo il passaggio del mar             mia ci ha fatto scoprire la nostra   ne a coloro che sono stati colpiti
Rosso, prega Dio per il suo           fragilità, abbiamo avuto anche       da questo virus micidiale. Da più
popolo e ha il coraggio di dirgli     la possibilità di scoprire forme di  parti, in questi mesi, sono stati
che non sarebbe un bel segno –        dedizione, di generosità e di        rivolti a loro attestati di stima e di
per Lui- se proprio ora abbando-      altruismo non così evidenti in       ammirazione: c’è chi li ha definiti
nasse la sua gente. Il papa clau-     circostanze di vita più favorevoli   “eroi” e chi “angeli” .. ma, al di là
dicante e affaticato che, reggen-     e tranquille. Vengono alla           dette etichette, è stato davvero
do l’ostensorio, si reca lenta-       mente, a tutti, volti e figure di    importante il ruolo che hanno
mente sulla porta della basilica      medici, di infermieri di volontari   svolto a favore delle persone
per benedire il mondo, mentre,        della protezione civile e di tante   colpite dalla pandemia, così
dall’esterno, il suono delle cam-     persone (giovani, imprenditori,      come continuerà ad essere il
pane si mescola a quello
dell’urlo delle sirene delle ambu-    Immagini e ricordi... indelebili...
lanze, non ha lasciato indifferen-
te nessuno di coloro che ha           Sono tante le immagini che conserveremo a lungo, nella nostra memoria, di questo diffici-
partecipato a questo avveni-          le e sofferto periodo di “reclusione” imposto dalla pandemia. Tra tutte, sicuramente, sarà
mento: fede e sofferenza intrec-      difficile dimenticare la figura affaticata e solitaria di papa Francesco nella piazza San
ciate assieme .. nell’abbraccio       Pietro, vuota, ma anche la sua benedizione “urbi et orbi”, sulla porta della basilica, mentre
di Dio e nell’intercessione di un     in lontananza si sentiva il suono lacerante delle sirene delle ambulanze.
uomo che ha il ruolo di “pontefi-
ce”, ossia di “ponte tra il cielo e                          3
la terra”.
Qualche giorno dopo è compar-
sa una poesia che ha “fotografa-
to” questo episodio e che desi-
dero ricordare, dal titolo: Ho
visto un uomo.
Ho visto un uomo vestito di
bianco e stanco, sotto la pioggia
battente e il vento freddo, salire
lento verso l’altare, carico di
dolore e di sofferenza, ma
anche di speranza.
Ho visto un uomo anziano, zop-
picante, fare le scale con sulle
sue spalle tutto il dolore del
mondo.
Ho visto un uomo concentrato
nel suo silenzio, fremente nella
sua preghiera, chiedere perdo-
no di tutti i peccati degli uomini e
la loro salvezza.
Ho visto un uomo, uomo fra gli
uomini, innalzarsi su tutti e
pregare per tutti.
Ho visto un uomo dire: «Nessu-
no si salva da solo», perché non
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