LA CHIESA DI SAN FRANCESCO

PICT0072Sebbene l’aspetto attuale risalga al 1600,la chiesa di Faverga, con il caratteristico campanile a cipolla assai raro nei dintorni di Belluno, sicuramente esiste già nel 1315. E’ così descritta in un documento del pievano Bernardi nel 1637:

”Io stesso dopo ripetute esortazioni, con soldi miei e della regola, ho ampliato la chiesa che era molto angusta per più della metà. Ho aggiunto la cappelletta del secondo altare, ho apportato più in alto la travatura del tetto. La chiesa ha due porte; una a Nord sulla strada pubblica ed una ad Ovest che dà su un rustico loggiato fornito di un cimitero per i bambini. C’è il campanile con una campana. C’è l’altare di pietra col la tela della beata Maria, San Francesco ed altri santi. Il pavimento è parte in pietra e parte in terra battuta. E’ alta 3, larga 2, lunga 8 passi. Le entrate sono molto esigue”

L’influenza della famiglia Batti e la sua centralità nella vita sociale della frazione, sono ovunque riscontrabili nell’edificio sacro: lo stemma della famiglia si incontra, unita alla data 1679, già sul portale principale di ingresso (stemma, data e sequenza si ripetono anche nella porta laterale),all’interno esso è presente sui fregi dell’altare, mentre sotto il moderno pavimento in marmo bianco e rosso introdotto col restauro del 1976  si trova ancora la lapide tombale della famiglia. Purtroppo, il sucitato intervento di restauro ha coperto anche il pregevole affresco originale sopra l’abside.

Entrando dalla porte principale, sulla destra vi è l’altare minore che custodisce il dipinto ottocentesco raffigurante i SS Rocco , Giovanni Nepomuceno e Bernardino da Siena,generalmente attribuita a Piero Moech (1818/’1881).

Affianca la cappellina dell’altare laterale un dipinto ad olio su tela dell’Addolorata del tardo 1500 riconducibile a quella del Tiziano: Sulla parete di fronte, vicino alla porta laterale,  una piccola nicchia  custodisce una statua di Santa Barbara , a fianco è appeso il crocifisso ligneo del secolo XVIII comunemente attribuito alla bottega di Andrea Brustolon. Dalle mani del maestro, invece, pare sia uscito il piccolo crocifisso processionale conservato in sagrestia.L’altare maggiore, secentesco, è in legno finemente intagliato e dorato, il paliotto centrale ha un medaglione dipinto con le immagini di San Francesco D’Assisi, opera dei settecentesco Antonio Gabrieli. La pala  (1645) è di Francesco Frigimelica il Vecchio e raffigura la” Vergine con il bimbo in gloria” e i Santi Rocco , Sebastiano, Francesco e Antonio Abate, in basso vi è lo stemma dei committenti Batti.

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FONTI BIBLIOGRAFICHE: BELLUNO:STORIA, ARCHITETTURA,ARTE (De Bortoli/Moro/Vizzuti)
LA REGOLA DI FAVERGA (Mario Sommacal)